Chilometri percorsi : 9,88 km
Tempo impiegato: 51’12”
Velocità massima: 14,66 km/h.
Ore diciassette e trentacinque, l’aria è gelida ma ormai ci ho fatto l’abitudine, cielo sereno e sempre più buio e mi avvio per cercare di fare un reset generale della mia memoria, già, la mezza di domenica, a pochi mesi dall’altra, ma tra le quali ne è passata di acqua sotto i ponti e non solo quella…
Mi avvio, e già dai primi passi la stanchezza del lavoro affiora e sembra che il lavoro fatto durante le ferie stia svanendo; inizio a scendere e tra i fili d’erba scorgo un gatto, bianco con le orecchie nere che mi fissa o sembra fissare il vuoto; giro a destra e i rami di un rampicante tentano di rallentare il mio cammino, oppure di avvisarmi: non so, poi mi affianca un uomo in bicicletta, senza fari (di notte) con l’andatura caracollante (forse pieno!) che mi dice che arrivava da Lugano…
Giro a sinistra, per una mulattiera sconnessa e non illuminata, non vedo un tubo, ma piano piano la luna (piena) mi fa percepire le buche, l’ondulazione del terreno, le insidie e prendo coraggio, non mi può tradire e avanzo, verso la collinetta, dove gli alberi fitti sembrano nasconderla, oscurarla ed allora passa una macchina, che mi evita di andare fuori strada…
Passato il pericolo, ecco le scalette, uno, due, tre, quarantotto in totale e sbuco in periferia ed è ancora lei a guidarmi, è là davanti, mi attrae e non mi fa sentire la fatica; mi culla dolcemente nel vento gelido e mi porta alla discesa, alla mia amata discesa…
Qui si affianca alla mia destra, sfiorando la cima delle montagne, ma che qualcosa che non torna, qualcosa che mi frena; tutto quello che di positivo mi aveva dato, ora mi stava togliendo…
Allora arranco, mi sento vuoto, perso, un altro rampicante sulla sinistra mi trattiene, quasi complice per portarmi da lei, ma questa volta sfuggo e proseguo, ma poi mi rigiro: è sempre là, nel suo splendore, con la sua attrazione che mi toglie il respiro e arranco e proseguo a fatica…
Poi svolto e sbuco nella campagna: è ancora lì, sulla mia sinistra, ma questa volta avrò la meglio, sta per essere inghiottita dalla montagna, uno, due, tre,… dieci, venti, trenta…
Il tempo sembra interminabile, ma ecco nascosta tra i rami ed ora sparita: non ho molto tempo, devo agire in fretta, il buio è totale e le macchine sfrecciano impazzite cercando ti travolgermi, ma non sento più alcuna resistenza, accelero, sempre più, ormai manca poco tempo ed il chiarore mi preannuncia il suo ritorno e allora via, verso destra in un viottolo nascosto…
La sento, è ancora dietro di me, che mi attrae, ma stavolta non mi giro, proseguo a fatica, ma cerco di resistere, l’abbaiare di un cane, e poi la salita, una curva e me la trovo di fronte: solo qualche metro, dieci, venti, cinquanta, si, mi asseconda per qualche attimo ma nulla più e risvolto ancora ed è ancora là, ancora la dietro che cerca di fermarmi, ma stavolta non mi avrà, zigzago per le via del paese e lei sbuca talvolta qua, talvolta la, ma sono solo attimi, ormai il tempo è finito, chiudo la porta dietro di me e mi immergo nel tepore umido della doccia, per lavare via i ricordi, i ricordi di una mezza stagione, cancellare i ricordi per poter scrivere di nuovo i miei sogni.
Si declina ogni responsabilità da chi non avesse capito niente del racconto scritto qui sopra, ma vi posso giurare che è realmente accaduto mercoledì 19 gennaio 2011… Se pensate che il Soxj sia definitivamente rimbecillito, vi sbagliate di grosso, anzi, non è mai stato così contento e felice di correre ed è tornato, buon per lui, a crearsi storie e paranoie mentre corre (al posto che ascoltarsi delle canzoni in Mp3) visto che per la mezza di domenica, dovrà farsene un bel po’…
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1h30’59” :-D :-D
Io punto a migliorarmi… ed anche se sarà di un solo secondo, sarà un successo…