28.8.16

5a Penz...iamo


Come da qualche anno a questa parte, l'ultima di agosto corrisponde con la gara che si svolge a Chiasso, e visto che dista meno di mezz'oretta da casa mia, la gialla prende la direzione nord e passato il confine, in un quarto d'ora è alla zona di ritrovo (ore 9.00)


Assisto alla partenza del Walking (due percorsi di 10 e 15 chilometri) e una volta ritirato il pettorale, mi dirigo di nuovo sulla gialla, dove finisco di leggere un libro "Lo strano caso del dottor Jekill e del signor Hyde"... Mi cambio e vado a fare quattro passi nello stadio (ore 10.00): qualche giro di pista e poi, dopo quattro chiacchiere con Italo, la foto con la più forte atleta ticinese di tutti i tempi.


Ore 10.30 e lo sparo: quest'anno c'è il cronometraggio a cura di "Sport performance", giro di pista quasi completo e poi si esce, per un primo tratto di circa due chilometri interamente su asfalto.


Forse devo aver preso alla lettera troppo il libro citato prima, tant'è che la davanti vedo la Katia (foto sopra) e vado a prenderla, poi punto pure la Clerici Cristina... Poi però al primo chilometro, mi accorgo che sto andando un pelo fortino, ma dico proprio un pelo... visto che nelle ultime tre settimane, non riesco a star sotto i 5 minuti al chilometro ne in gara e ne in allenamento, e il primo km qui fa segnare un 4'15"...
Ok, rallento, anche perché so com'è il percorso... al secondo chilometro la strada inizia a salire, ed al terzo si impenna e in meno di trecento metri, il dislivello è di una cinquantina di metri.


Ok, cammino, anche perché l'Italo mi continua a mandare foto su messanger, ed io avendo messo il cellulare su "vibrazione" perdo non poco la concentrazione... mi supera anche la terza donna e un cinque o sei runners...
Una volta giunto al quarto chilometro, la strada spiana leggermente, con alcuni passaggi caratteristici sui posti, discese, salite, curve e contro curve...
Passo il ristoro, dove il personale dice a quelli del Walking di passare sotto la fettuccia (e penso che sarebbe bello una specie di limbo, pena la squalifica)... però la fettuccia era a un metro e mezzo, troppo facile...
Ormai davanti non vedo più nessuno, dietro un runner arancione: discesa a capofitto (circa 80 metri di dislivello in mezzo chilometro) e riesco a tenerlo per poco dietro, poi asfalto (e se ne va), salita di Seseglio (dove fa un caldo terrificante), passiamo davanti al ristoro (che però è quello dell'ottavo chilometro) e in cima c'è pure la Chiesa (mi pare di vedere pure la Madonna).
Per fortuna poi discesa e passaggio in un boschetto che contorna il riale Seseglio: avrei voglia di buttarmici dentro, ma sono ossessionato dal pace-maker, quello che dovrebbe chiudere la gara in 55 minuti netti: non lo vedo ma posso sentire il suo fiato sul collo.
Passaggio dal ristoro, un sorso d'acqua e poi via sullo sterrato del Sottopenz... ancora il telefono che vibra, anche delle urla, ancora l'Italo!!! Questa volta perdo la concentrazione e un altro podista riesce a passarmi (riesco a tenerlo davanti solo per la foto).


Ormai l'ultimo obiettivo di giornata è quello di non farmi passare dal pace-maker! Aumento l'andatura e riesco a scendere sotto i 5 minuti, di poco: sto per entrare nello stadio e lo speaker annuncia la terza donna, poi sulla pista, arrivo assieme al sindaco, che ha fatto il walking e guardando le classifiche, supero un runner sul filo di lana, in 54'55".

Dieci minuti sotto il tendone a riprendere fiato e foto con la vincitrice di categoria e seconda donna, che mi ha rifilato cinque minuti...


P.S. Ero viola perché ero cotto, mica per l'emozione...

Poi doccia e pranzo al Palapenz, in compagnia di Katia, di Soccorso (che mi ha dato cinque minuti e mezzo), di Gabriele (che me ne ha dati sei) e di Carmine (che me ne ha dati quasi otto)... Per fortuna che c'era anche Italo, che non ha corso... aspetta un attimo, forse non ha corso per quello, o forse tutti quei messaggi erano per farmi perdere terreno... Ah!!! Gli amici!!!!



15.8.16

Un'estate al mare

Una cosa che mi piace del mare è esplorare... Uscire alle sette della mattina ed andare a naso, corricchiando, su strade inesplorate senza perdere la bussola.


Il percorso più facile è il rettilineo interminabile... il sole non scalda ancora, la pista ciclabile, la passarella e i marciapiedi che si popolano di qualche podista e di lettori di quotidiani... Partire a razzo, si fa per dire, puntare un punto per il capolinea (l'unico grattacielo) e poi ritornare dal lato opposto della strada, più lentamente, per rifiatare un poco.


La seconda uscita e un'occhiata preventiva alla mappa per fare qualche variante di genere. Partenza sempre verso le sette con una temperatura inusuale: intorno ai 15 gradi, ha appena smesso di piovere e si riesce a saltare pure sule pozze d'acqua. Sempre in canotta (veniamo dalla provincia delle piogge), sempre in direzione grattacielo, con variante più vicino alla spiaggia e ritorno all'interno, costeggiando il parco, perché è chiuso. Qualche chilometro in più.


Poi si decide di allargare i confini e qui la mappa preventiva è davvero obbligatoria: si riesce ha trovare un punto dove passare al comune limitrofo, un ponte per passare il Rubicone e quindi via, costeggiando questa volta la ferrovia.


Passaggio sul ponte di legno, poi su un tratto di spiaggia, ritorno zigzagando dentro un parchetto e ritorno a cercare il ponte da un'altra strada... il sorpasso a due podisti e qualche metro di vantaggio per fare la foto con Giulio Cesare: il dado è tratto, abbiamo almeno limitato il sovraccarico dell'all-inclusive.