Io ci ho provato a ripetizione: a Natale volevo uscire alle quattro del pomeriggio, ma il nipotino prima e mio figlio poi mi hanno convinto a giocare con loro, a Santo Stefano ho puntato la sveglia alle 7.07 (ero libero fino alle 9), ma imperterrita è andata avanti a suonare fino le 8.58 senza che mi schiodassi dal letto.
Questa mattina finalmente, dopo un'ora di sveglia, son riuscito ad alzarmi alle 9.15 e senza troppo connettere o ragionare, mi sono buttato fuori ad assaporare il gelo del mattino.
La fortuna vuole che dopo 200 metri ho beccato anche il semaforo verde (il rosso dura 2 minuti) e allora via verso la partenza della gara di Arcisate e poi falsopiano in salita verso la Poscalla; poi al km 2 inizia la salita (1 km) che porta al Moncucco... Nel tratto d'asfalto tento di fermarmi, ma tre ciclisti che mi vengono incontro mi costringono a correre (per non fare una figura barbina); poi però prima del sentiero sterrato mi fermo a fare una foto alla piana con in sfondo la comunità del fu Padre Albino.
Riprendo la salita su sterrato e mi accorgo che hanno fatto nuovi tutti gli attrezzi del percorso vita, in acciaio, mentre sento un campanellino di un cane da caccia (non so se cerca di inseguirmi) e innumerevoli spari dei cacciatori.
Quindi continuo a correre (camminando solo l'ultimo pezzo, 20 metri al 40%) e poi giù il discesone e poi la salita verso Velmaio; prima di entrare nel sentiero che porta all'aeroporto degli aeromodelli, dopo aver sentito gli innumerevoli spari dei cacciatori, penso che se spari 20 colpi in un minuto, o sei accecato o è meglio che cambi sport... alzo lo sguardo e vedo una capanna piazzata in mezzo al prato, con due pannelli di polistirolo come base (???).
Sto per mettere via il cellulare ed ecco che ti becco due podisti della 3V, al secolo Nader e Andrea, che fanno il percorso opposto: ci scambiamo gli auguri al volo e gli urlo dietro "attenti alla capanna" (credo che mi abbiano preso per qualche istante per matto).
Poi discesa fino al cimitero di Velmaio, risalita e circumnavigazione della comunità di Padre Albino e poi giù verso il Dovese, dove una signora con cane mi dice "Bello correre in discesa", son pure troppo stanco per rispondere... Ultimo pezzo di asfalto per tornare a casa, quasi tre chilometri, passo nel sottopassaggio della nuova tangenziale e faccio un ulteriore saluto volante all'Andrea.
Anche l'ultimo semaforo è verde ed allora ultimi trecento metri fino a casa.
Uscire a correre dopo diciassette giorni di stop (per lazzaronite) è sempre bello, uscire a correre nel mio paesello ancor di più.
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