18.8.14

Lampo il cane viaggiatore

Ci sono dei ricordi che rimangono chiusi in un cassetto. Un cassetto che non è proprio sigillato bene e con l'andare del tempo perde delle informazioni e i ricordi rimangono brandelli di memoria.
Però basta poco, a volte anche un nome, per farli riaffiorare e dare loro nuova linfa ed una rispolverata.
In questa estate che non c'è mai stata, o comunque poca dalle nostre parti, la strada della ricerca del sole mi porta sulla costa toscana e facendo scorrere i nomi dei paesi da poter visitare il ricordo si ferma su Piombino.
Qui come un flash-back, la memoria mi porta indietro ai primi anni novanta, all'inizio della seconda o terza media, quando scegliemmo alla quasi unanimità della classe, il libro "Lampo il cane viaggiatore".
Storia vera di un cagnolino che ogni mattina saliva sul treno e viaggiava per l'Italia, per poi tornare la sera sempre nella stessa stazione. Tra i pochi ricordi di quel libro, sulle righe conclusive, l'autore scriveva che alla stazione di Piombino era stata eretta una piccola statua in suo ricordo.
Fidarsi delle memorie sbiadite dal tempo forse sarebbe troppo folle, quindi un piccolo aiuto da Wikipedia e la strada del ricordo mi porta alla piccola stazione di Campiglia Marittima.
Ingresso, lavori in corso e mi porto sulla sinistra, verso il bar della Stazione; vedo là la statua, ai suoi piedi, sul retro un gattino nero. Ordino un caffè (macchinetta guasta), un succo all'ananas, faccio la foto al quadro del locale, scambio due parole due col gestore e poi esco.


Due foto dalla parte destra, verso i treni che lo portavano a spasso ogni giorno; mi soffermo a guardare il gattino nero alle sue zampe: mi guarda, miagola e sembra dirmi "si, è ancora qui tra noi".
"Ciao Lampo", richiudo il cassetto della memoria con un ricordo in più.




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