Andando per un sopralluogo lavorativo nel paesino di Lazzate, in pausa pranzo al ristorante mi imbatto in un volantino che pubblicizza la seconda edizione della Groane Night Run a Misinto (MB),.
Ecco, io non so manco dove sta Misinto, l'unica cosa che mi ricordo è che era uno dei pochi comuni milanesi che stava sulla rubrica telefonica di Varese, perché sotto il distretto di Saronno.
Però visto che questo sabato sera ce l'ho libero e sono già in zona Gallarate, preparo la borsa, aiutato dal fatto che sul volantino c'è una bella immagine del post gara con birra e salamelle.
Arrivo a Misinto verso le 19, giro un po' perché la via segnalata è un po' lunga, poi intravedo un volantino appeso ad un lampione e in un sentiero un arco gonfiabile.
Parcheggio, scendo, il cielo minaccia un temporale; vada in zona partenza, arco gonfiabile, tavolino per iscrizioni e nel pratone circondato dagli alberi, una ventina di tavoli e la zona cibo.
Mi iscrivo, prendo il braccialetto giallo, guardo il tracciato del percorso (5km giallo e 10km rosso) su due piantine distinte e scruto le persone che sono li per correre e mi faccio già un'idea che non arriveremo alla ventina.
Prime gocce di pioggia e torno in macchina a cambiarmi ed aspettare; fortunatamente solo qualche goccia, apro lo sportello dell'auto perché dentro sennò si muore, poi verso le 19.40 esco e faccio una camminata nel bosco vicino alla partenza.
Ore 19.50 e sono in zona partenza, a parte io della Cardatletica, vedo due ragazzi di Saronno, molta gente che camminerà alla corta e mi dico già: "Probabilmente qui si entra nei dieci."
Ore 19.52 torno in macchina e bere un po' di Isostar che ho preparato a casa, perché il cielo si è liberato ed è tornato il caldo.
Ore 20.00 e si parte, con un via dato a voce, a piccoli passi mi porto vicino alla testa del gruppo, due ragazzi partono a 4 al mille, io chiacchiero con un ragazzo, volta a destra, su e giù andando a 4'45", poi dopo un chilometro lascio andare questo gruppetto di 3 persone, sono sesto.
Al quarto chilometro mi raggiungono altre due persone che mi danno cento metri, poi un ragazzo seguito in bicicletta dalla moglie con piccolo; gli dico: "sei ottavo", chiacchieriamo un po' e ci riportiamo sotto ai due, fino al ristoro, dove lui si ferma a bere.
Altri duecento metri e mi raggiunge, mi passa e passa anche i ragazzi davanti; io sono quasi cotto, ma riesco a ricucire sui due e dopo un chilometro riesco a superarli e staccarli, perché forse sono più cotti di me.
Al settimo chilometro, uno del secondo gruppo, quello dei terzi, cammina zoppicando; gli chiedo se va tutto bene, gesto di Ok, e allora proseguo: sono sesto.
Due chilometri alla fine, mi giro e vedo un runners con la divisa rosso arancio; inizialmente penso che sia il ragazzo che si era fermato, ma poi capisco che è un altro anche perché è più alto.
Sto andando a 5'10", allora inizio ad accelerare il passo fino ai 4'45", ma lui non molla. Sesta o settima posizione non cambierebbe nulla, ma diamine!
L'ansia di venire passato è così forte che do tutto quello che mi è rimasto per tenerlo a distanza, sfiorando i 4'20" tenendolo dietro una ventina di metri fino al traguardo.
Taglio il traguardo tra l'indifferenza generale; è una gara di paese per raccogliere soldi in beneficienza ed io sono qui per fare un po' di allenamento e soprattutto per mangiare nel post gara.
Però, dopo il decimo posto assoluto nella Borghilonga 2015, dopo dieci anni, nel periodo di forma più scarsa di sempre arrivare sesto ad una gara mette morale.
Il ragazzo che mi seguiva mi dice: "Cavolo! Ero li li per prenderti!" Avrei voluto rispondergli: "Manco morto mi avresti passato!".
Vado a farmi un selfie e un messaggio video agli amici della Cardatletica; poi mi cambio, finisco il beverone e mi incammino verso la zona partenza.
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